Natale, 1991
Talvolta ho la sensazione che
vi siano ancora molti Cesari in giro,
in Occidente; ed ho pure la sensazione che ci pervada il timore di perderne
alcuni o di non poterne celebrare di nuovi. E così ci spingiamo verso altre
terre, facendo razzia di popoli ancora innocenti.
Occorre, forse, riscrivere la
nostra storia: inneggiare un po' meno
a Cocceo Nerva ed avere il coraggio
di arrossire.
(Cesare Cellini, Natale 1991, in Frammenti d'un journal intime, p.11)
20 Aprile, 1992
Vinto dalla paura, trova nell'aggressione
economica la sua difesa e fa vittime ovunque, imprigionando la vita e Dio e
quanto si trova sul suo cammino.
È ora che decida se
riconoscere in Onan il suo Signore, ed attendere in adorazione la
propria fine, o dividere con l'altro il proprio mantello e spargere insieme a
lui il proprio seme.
(Cesare Cellini, 20 Aprile 1992, in Frammenti d'un journal intime, p.12)
6 Dicembre, 1992
Ho sempre creduto che il
tempo non fosse mai sufficiente per assicurarci la verità di un giudizio. Ho
sempre odiato, infatti, dover dare ragione a chi pretendeva di averne prima
ancora che i fatti iscrivessero la loro verità nella storia.
Oggi, purtroppo, debbo, mio
malgrado, ricredermi e dire, per necessità, che i poteri iscrivono sempre le
loro verità nella storia, prima ancora che i fatti ne costituiscano il fondamento.
Ma intanto la gente assapora,
davanti alla morte, reiteranti solitudini antiche e squassanti silenzi.
(Cesare Cellini, 6 Dicembre 1992, in Frammenti d'un journal intime, p.16)
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