1991
Non aspettate i poeti
per cantare
questo è 'anno
delle guerre
e i figli
uguali ai nostri
figli
moriranno
Non aspettate i poeti
per cantare
da più parti - da sempre
i Cesari
gli Attila
in agguato
son tornati
Non aspettate i poeti
per cantare
nuovi sterminii
sono alle porte
nuovo dolori
nuovi tormenti
La voce dei poeti
è pur sempre
la voce dei poeti
debole forte come
la voglia il desiderio
l'attesa dell'amore
solitaria pellegrina
come la sabbia fine dei deserti
come le palme che puntano in alto
e si stagliano sole all'orizzonte
Non aspettate i poeti
per cantare
Cantate
insieme a noi
il canto della pace
e del dolore
il canto del Padre
che triste guarda
il suo risorto
(e le vedove e gli orfani
un giorno-forse-un'era
ripopoleranno la terra
di nuovi
nuovi figli
in armonia)
( Cesare Cellini, Transenne, 1996, pp. 15-16)
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